Lo Spray mascherina Albero del Té – Tea Tree vanta una formulazione ponderata ed accuratamente studiata per permettere di rigenerare e igienizzare la mascherina, ad oggi compagna inseparabile delle nostre giornate. La miscelazione di alcool e oli essenziali puri 100% genera una sinergia tale da rigenerare il tessuto, prolungandogli la vita e nel contempo, le calde note dell’aroma degli oli essenziali, infondono serenità andando a toccare le corde più profonde del nostro Io.
Perchè acquistare lo Spray mascherina Albero del Té – Tea Tree:
- PURIFICANTE: gli oli essenziali selezionati per la formulazione sono ben noti per le loro azioni purificanti ad ampio spettro.
- RIGENERANTE: la miscelazione di alcool e oli essenziali puri 100% genera una sinergia tale da rigenerare il tessuto, prolungandogli la vita.
- ARMONIZZANTE: gli oli essenziali contenuti aiutano a mantenere serenità e tranquillità, infondendo positività verso il futuro.
Proprietà: Purificante, rigenerante e armonizzante
Profumo: Fresco, balsamico e canforato
Non contiene: parabeni, derivati del petrolio, PEG e PPG, profumi, coloranti e viscosizzanti sintetici
MODO D’USO: Vaporizzare lo Spray Mascherina Albero del Té – Tea tree sull’esterno della mascherina a fine utilizzo. Dopo di che, riporla e attendere qualche minuto prima di indossarla nuovamente, così da far evaporare l’alcool. NON usare su mascherine con valvola, il filtro potrebbe ostruirsi.
INGREDIENTI:
Oli essenziali puri 100% di albero del té* (Melaleuca alternifolia), lavanda* (Lavandula hybrida), eucalipto* (Eucalyptus globulus), aneto** (Anethum graveolens); alcool etilico (90%) di origine vegetale. Ingredienti provenienti da Agricoltura Biologica* e Biodinamica** demeter Controllate.
Per saperne di più:
Olio essenziale di Albero del tè – Tea Tree (Melaleuca alternifolia): conosciuto fin dall’Antichità grazie alla sua efficacia e al suo ampio campo di utilizzo, l’albero del tè veniva chiamato dagli aborigeni australiani “la farmacia in bottiglia” in quanto con le sue foglie curavano infezioni e ferite cutanee. Il suo nome deriva dal fatto che, quando il capitano James Cook e i suoi uomini (approdati in Australia nel 1770) desideravano un tè rinfrescante, usavano le foglie di questo albero. L’olio essenziale ottenuto dalle foglie di questa pianta è ricco di una molecola chiamata terpinen-4-olo, un alcool che per le sue caratteristiche chimiche presenta spiccate proprietà purificanti, rigeneranti e antimicrobiche.
Olio essenziale di Lavanda (Lavandula hybrida): la lavanda e il suo olio essenziale vengono impiegati fin dall’Antichità per il loro profumo e per le loro numerose azioni sia sul corpo che sulla psiche: i Greci la utilizzavano contro mal di gola e stitichezza, i Romani nei bagni comuni per la loro pulizia personale, nel Medioevo per combattere i parassiti che colpivano uomini e animali…. Il suo stesso nome, di origine latina, suggerisce infatti l’idea della purificazione e dei bagni curativi. Il suo aroma evoca un senso di vastità che aiuta a liberare i pensieri fissi e a rinfrescare le teste calde. Posta sotto l’influsso della luna, agisce su quanto c’è di più femminile e lunare nell’essere umano: il sistema nervoso. La sua azione principale è infatti quella di riequilibrare e calmare le dissonanze energetiche della psiche e relative somatizzazioni come lo stress.
Olio essenziale di Eucalipto (Eucalyptus globulus): il “balsamico” per eccellenza. La tradizione popolare attribuisce a questa pianta un potente effetto purificante, ideale per facilitare la respirazione, rinforzare il cuore e il sistema immunitario. Il suo profumo dona benessere, evoca sensazioni positive e ci fa sentire uniti a tutte le cose e gli esseri viventi. Ricco di una molecola denominata eucaliptolo (1.8 cineolo), esercita un’azione purificante, lenitiva e antimicrobica assolutamente non trascurabile: basti pensare che gli aborigeni australiani lo utilizzavano per combattere la malaria.
Olio essenziale di Aneto (Anethum graveolens): pianta originaria dell’Asia, è stata fin dall’Antichità impiegata a scopi culinari e medicinali. Esistono numerosi fonti che ne attestano l’utilizzo, come ad esempio il talmud, testo sacro dell’ebraismo, il papiro di Ebers, in cui viene sottolineato l’uso terapeutico presso i Greci, in quanto secondo la loro scuola medica, si potevano evitare gli attacchi di epilessia e vanificare i sortilegi nefasti stringendo un rametto di aneto nella mano sinistra. L’aneto era molto usato anche dai Romani che ritenevano avesse la proprietà di accrescere la forza fisica, oltre che curativa: i legionari infatti cospargevano le ferite con i semi di aneto bruciati allo scopo di facilitarne la guarigione.
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